venerdì 15 maggio 2015

Piccoli cenni di catechesi

La custodia della grazia è l'umiltà
Riconoscere la propria miseria e non perderla mai di vista; abbandonarsi senza riserva nelle mani di Dio, con  fede viva e con amore obbediente; ecco  la vita di grazia, che trova nell'umiltà il suo
principale fondamento. Chi dice nel fondo della sua anima: - Io non sono altro che la debolezza,
non cerca di appoggiarsi alle sue forze, e ripone in Gesù la sua sola speranza.
Egli segue con umiltà i movimenti della grazia, non si innalza quando possiede il fervore, e non si
scoraggia nelle tribulazioni; sempre contento, purchè si compia in lui la volontà di Dio. L'orgoglio, che spesso si nasconde sotto il velo di ciò che è più santo, non lo sconvolge, col vano desiderio di essere in apparenza più perfetto.  Fedele e tranquillo nel suo cammino, egli  dice al Signore: Dammi quella grazia per raggiungerti , e non mi rigettare dal numero dei tuoi figli, perchè io sono tuo servo.<< Uomo fiacco e di poca durata, attento ad intendere i tuoi giudizi e le tue leggi>> Vada in pace colui che sa innalzare, dal cuore, questa preghiera; Dio lo guarda con compiacenza e lo copre della sua benedizione.


 Beatitudini evangeliche

la Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 
2a Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
3a Beati i miti, perché erediteranno la terra.
4a Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 
5a Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
6a Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
7a Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
8a Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 

I poveri in spirito, secondo il Vangelo, sono quelli che hanno il cuore distaccato dalle ricchezze; ne fanno buon uso, se le posseggono; non le cercano con sollecitudine, se ne sono privi; ne soffrono con rassegnazione la perdita, se loro vengono tolte.
Gli afflitti, che sono detti beati, sono coloro che soffrono rassegnati le tribolazioni, e che si affliggono per i peccati commessi, per i mali e per gli scandali che si vedono nel mondo, per la lontananza dal paradiso e per il pericolo di perderlo.
I miti sono quelli che trattano il prossimo con dolcezza, e ne soffrono con pazienza i difetti e i torti che da essi ricevono, senza lamentele, risentimenti o vendette.
Quelli che hanno fame e sete della giustizia sono coloro che desiderano ardentemente crescere sempre più nella divina grazia e nell'esercizio delle opere buone e virtuose.
I misericordiosi sono quelli che amano in Dio e per amor di Dio il loro prossimo, ne compassionano le miserie sia spirituali, che corporali, e cercano di sollevarlo secondo le loro forze e il loro stato.
I puri di cuore sono quelli che non hanno alcun affetto al peccato e ne stanno lontani, e schivano soprattutto ogni sorta di impurità.
Gli operatori di pace sono quelli che conservano la pace col prossimo e con se stessi, e cercano di mettere la pace tra quelli che sono in discordia.
I perseguitati per causa della giustizia sono coloro che sopportano con pazienza le derisioni, i rimproveri e le persecuzioni per causa della fede e della legge di Gesù Cristo.
I diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini significano tutti, sotto diversi nomi, la gloria eterna del cielo.
Sì, certamente, coloro che seguono le Beatitudini ne ricevono già qualche ricompensa anche in questa vita, perché già godono un'interna pace e contentezza, che è principio, benché imperfetto, dell'eterna felicità.
No, quelli che seguono le massime del mondo non sono felici, perché non hanno la vera pace dell'anima, e corrono pericolo di dannarsi.

La Carità
La Carità è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale amiamo Dio per se stesso sopra ogni cosa, e il prossimo come noi stessi per amor di Dio.
Noi dobbiamo amare Dio perché Egli è il sommo Bene, infinitamente buono e perfetto; e inoltre per il comando che Egli ce ne fa, e per i tanti benefici che da Lui riceviamo.
Dio si deve amare sopra tutte le cose, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l'anima e con tutte le forze.
Amare Dio sopra tutte le cose vuol dire preferirlo a tutte le creature più care e più perfette, ed essere disposti a perdere tutto piuttosto che offenderlo e cessare di amarlo.
Amare Dio con tutto il cuore vuol dire consacrare a Lui tutti i nostri affetti. 
Amare Dio con tutta la mente vuol dire indirizzare a Lui tutti i nostri pensieri. 
Amare Dio con tutta l'anima vuol dire consacrare a Lui l'uso di tutte le potenze della nostra anima.
Amare Dio con tutte le nostre forze vuol dire procurare di crescere sempre più nell'amore di Lui e fare in modo che tutte le nostre azioni abbiano per motivo e per fine l'amore di Lui, e il desiderio di piacergli.
Noi dobbiamo amare il prossimo per amor di Dio, perché Egli ce lo comanda, e perché ogni uomo è immagine di Lui.
Sì, siamo obbligati ad amare anche i nemici, perché sono anch'essi nostro prossimo, e perché Gesù Cristo ce ne ha fatto un espresso comando.
Amare il prossimo come se stesso vuol dire desiderargli e fargli, per quanto si può, quel bene che dobbiamo desiderare a noi stessi, e non desiderargli né fargli alcun male.
Noi amiamo noi stessi come si deve quando cerchiamo di servire Dio e mettere in Lui ogni nostra felicità.
La Carità si perde con qualunque peccato mortale. 

La Carità si riacquista facendo atti di amor di Dio, pentendosi e confessandosi come si deve.

La Fede
La Fede è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale noi, appoggiati all'autorità di Dio stesso, crediamo essere vero tutto quello che Egli ha rivelato, e che per mezzo della Chiesa ci propone a credere.
Noi sappiamo le verità rivelate da Dio per mezzo della santa Chiesa che è infallibile; cioè, per mezzo del Papa, successore di san Pietro e per mezzo dei Vescovi successori degli Apostoli, i quali furono ammaestrati da Gesù Cristo medesimo.
Dì quelle cose che la santa Chiesa ci insegna noi siamo sicurissimi, perché Gesù Cristo ha impegnato la sua parola, che la Chiesa non si sarebbe mai ingannata.
La Fede si perde col negare o dubitare volontariamente anche di un solo articolo propostoci a credere.
La Fede perduta si riacquista col pentirsi del peccato commesso e col credere di nuovo tutto quello che crede la santa Chiesa.
No, noi non possiamo capire tutte le verità della Fede, perché alcune di queste verità sono misteri.
I misteri sono verità superiori alla ragione, che noi dobbiamo credere quantunque non le possiamo comprendere.
Dobbiamo credere i misteri, perché li ha rivelati Dio, il quale essendo Verità e Bontà infinita, non può né ingannarsi né ingannare.
I misteri sono superiori, ma non contrari alla ragione; è anzi la stessa ragione che ci persuade ad ammettere i misteri.
I misteri non possono essere contrari alla ragione, perché è lo stesso Dio che ci ha dato il lume della ragione e rivelato i misteri, né Egli può contraddire se stesso.
Le verità che Dio ha rivelato sono contenute nella Sacra Scrittura e nella Tradizione. 
La Sacra Scrittura è la collezione dei libri scritti dai Profeti e Agiografi, dagli Apostoli, e dagli Evangelisti per ispirazione dello  Spirito Santo, e ricevuti dalla Chiesa come ispirati.
La Tradizione è la parola di Dio non scritta, ma comunicata a viva voce da Gesù Cristo e dagli Apostoli, e giunta inalterata, di secolo in secolo per mezzo della Chiesa fino a noi.
Gli insegnamenti della Tradizione sono contenuti principalmente nei decreti dei Concili, negli scritti dei santi Padri, negli atti della Santa Sede, nelle parole e negli usi della sacra Liturgia.


La Speranza
La Speranza è una virtù soprannaturale, infusa da Dio nell'anima nostra, per la quale desideriamo e aspettiamo la vita eterna che Dio ha promesso ai suoi servi, e gli aiuti necessari per ottenerla.
Noi dobbiamo sperare da Dio il paradiso e gli aiuti necessari per conseguirlo, perché Dio misericordiosissimo, per i meriti di nostro Signore Gesù Cristo, lo ha promesso a chi lo serve di cuore; ed essendo fedelissimo e onnipotente, mantiene sempre la sua promessa.
Le condizioni necessarie per ottenere il paradiso sono la grazia di Dio, l'esercizio delle buone opere e la perseveranza nel santo amore di Lui fino alla morte.
Si perde la Speranza ogni qual volta si perde la Fede: si perde anche per il peccato di disperazione o di presunzione.
La Speranza perduta si riacquista col pentirsi del peccato commesso, eccitando di nuovo la fiducia nella bontà divina.

da 
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