la via per imitare la croce capitolo 2

capitolo 2

L'intera vita di Cristo non fu che
croce e martirio e tu cerchi per le cose
felici e piacere? -
T'inganni, t'inganni, se cerchi qualco-
s'altro all'infuori del patire dolori: per-
ché l'intera nostra vita mortale è piena
di sofferenze e limitata tutto intorno da una
fila di croci. E quanto più in alto uno
avrà progredito nella vita dello spirito,
tanto più pesanti croci troverà, perché
quanto più cresce in lui 1'amore verso
Dio, tanto più penoso gli riuscirà l'esi-
lio quaggiù, peraltro, anche se afflitto
da tanti lati, non è del tutto privo del
sollievo di qualche consolazione: perché,
dal sopportare la sua croce, sente che gli
viene un accrescimento di merito gran-
dissimo; infatti siccome egli si sottopone
alla croce con amore, tutta l'acerbità del-
la pena gli si converte in fiducia di con-
solazione divina. E quanto più la carne
viene straziata dai dolori, tanto più lo
spirito si corrobora per l'interna grazia.
Anzi talvolta si è talmente confortati
nello stato di tribolazione e contrarietà
causate dal desiderio della conformità con
la croce di Cristo, che non si vorrebbe
più vivere senza dolori e avversità, per-
ché si è convinti di essere tanto più gra-
diti a Dio quanto più numerose e dolo-
rose pene si saranno tollerate per suo
amore. Certamente però una cosa simile
non è virtù umana, ma è la grazia di Cri-
sto che tali meraviglie opera nella debo-
le carne, conducendola al punto di farle
accettare ed amare col fervore dello spi-
rito, ciò che, naturalmente, sempre fugge.
Non è certo secondo natura portare 
la croce, amare la croce, castigare e
ridurre in schiavitù il proprio corpo, fug-
gire gli onori, ricevere offese serenamente, 
disprezzare se stesso e desiderare
di essere disprezzato, sopportare tranquil-
lamente le cose più avverse e dannose e
non desiderare nessuna prosperità in que-
sto mondo.

Se tu riguardi solo a te stesso, vedi su-
bito che con le sole tue forze, non saresti
capace di nessuna di queste cose; ma se
confidi in Dio, ti sarà data dal cielo la
forza; e il mondo e la carne ti diverranno
soggetti. Non solo, ma non temerai nem-
meno il demonío, il tuo nemico, se sarai
armato di fede e segnato col segno della
croce di Cristo.

Mettiti dunque come uno scudiero 
fedele e coraggioso a portare virilmente 
la croce del tuo Signore, crocifisso
per tuo amore. Sii pronto ad affrontare
molte avversità e molte angustie in que-
sta misera vita; perché dappertutto cosi
sarà per te! e così troveresti in realtà,
dovunque tu volessi fuggire.
È necessario che sia così; e non c'è
altro rimedio per liberarsi dalla tribola-
zione, dai mali, dai dolori, che sopportar-
li. Bevi dunque con amore il calice del
Signore se vuoi essere suo amico e se
desideri aver parte con lui. Quanto alle
consolazioni, affidale a Dio; ne disponga
lui come più gli piacerà.

Tu, dal canto tuo, disponiti a soppor-
tare. le sofferenze e figurati che siano
grandissime gioie; perché le sofferenze del
tempo presente non possono essere para-
gonate alla gloria futura (Rm 8, 18) che
dobbiamo meritarci, anche se un solo uo-
mo le dovesse patire tutte!
Quando sarai giunto a questo punto,
che cioè il soffrire ti sembrerà dolce
e gustoso per amore di Cristo, allora
puoi star sicuro che hai raggiunto la per-
fezione, perché hai già trovato il paradi-
so in terra.
Ma finché il patire ti riuscirà odioso e
cercherai di fuggirlo, sarai sempre oppres-
so dal male; e il patimento ti seguirà do-
vunque tu fugga.
Se al contrario ti decidi a vivere
come devi, cioè a patire e a morire, 
tutto andrà meglio per te e troverai la
pace.

Ricordati che, anche se tu fossi stato ra-
pito fino al terzo cielo come Paolo, non
saresti certo per questo assicurato dal
patire! Gesù infatti disse a riguardo di
lui: Io gli mostrerò quante pene dovrà
soffrire per il mio nome (At 9, 16).
Se dunque vuoi amare Gesù e servirlo
in perpetuo sappi che devi soffrire.
Ma del resto, magari tu fossi de-
gno di patire qualche cosa per il nome
di Gesù! Quale grande gloria sarebbe per
te, quanta letizia per tutti i santi di Dio,
e, anche, quale mirabile esempio per il
prossimo!

Infatti tutti ammirano la forza nel so-
stenere i dolori, anche se poi sono pochi
quelli che vogliono farlo. A ragione poi
dovresti soffrire qualche piccola cosa per
amore di Cristo, dal momento che tanta
gente soffre cose più penose per il mondo.
Sii persuaso che tu devi vivere
come chi sta per morire; e che quanto più
uno muore a se stesso, tanto più Comin-
cia a vivere per Dio. Nessuno è atto a
comprendere le cose di Dio, se non si sarà
sottoposto a tollerare per Cristo le av-
versità. Nulla vi è di più gradito a Dio,
nulla vi è di più salutare per te in que-
sto mondo, che patire volentieri per
Cristo.

E se ti fosse lasciata libertà di scelta,
ti converrebbe piuttosto desiderare di sof-
frire contrarietà per amore di Cristo, che
esser deliziato da tante consolazioni; per-
ché, cosi, saresti più simile a Cristo e più
conforme ai santi; infatti il nostro merito
e la perfezione del nostro stato non con-
siste nell'avere molte soavi consolazioni,
ma piuttosto nel saper sostenere i grandi
dolori e le avversità.

E, a onor del vero, se per la sal-
vezza dell'umanità ci fosse stato qualche
metodo migliore e più utile che il soffrire,
certamente Cristo ce lo avrebbe insegna-
to con la parola e con l'esempio! Ma in-
vece Egli ai discepoli che lo seguivano e
a tutti quelli che desiderano seguirlo, non
dà altra esortazione, ben chiara, che quel-
la di portare la croce: Se una vuol ve-
nire dietro di me, rinnegbi se stesso, pren-
da la sua croce ogni giorno e mi segua(Lc 9, 23).
Dopo aver dunque letto attentamente e
meditato tutte queste cose, ecco qual è la
conclusione: Si entra nel regno di Dio
solo attraverso molte tribolazioni (At 14, 21).

Riflessione
Se per raggiungere il Paradiso vi fosse altra via
che quella della Croce, /Gesù Cristo, Via, Verità
e Vita ce l'avrebbe certamente insegnata. Ma non
avendocene additata altra vuol dire che vi è que-
sta sola: la via regia della santa Croce. Onde
dobbiamo disporci a soffrire, ma a soffrire con
pazienza, con rassegnazione e, per quanto è pos-
sibile, con gioia; a soffrire per placare la di-
vina giustizia, per cancellare i nostri peccati e
per meritarci la vita eterna; a soffrire ancora
per amore di Gesù che ha patito tanto per noi
e per la nostra salute; a soffrire infine e a' morire
come Lui: ossia con le medesime disposizioni e
col medesimo spirito.

Nessun commento:

Posta un commento