Martedi santo capitolo 19



MARTEDI' SANTO
«Abbiate fede in Dio ››
Mt. 21, 20-22. Mc. 11, 20-26.
 * La mattina dopo, ripassando per la
stessa strada videro il fico seccato dalle
radici. ”Pietro, ricordandosi, gli (disse:
« Rabbi, vedi: il fico che tu maledicesti
è seccato ››.  Gesù rispose loro: « Abbiate
fede in Dio.  In verità vi dico, che se
qualcuno dirà a questa montagna: “togli-
ti di lì e gettati nel mare”, se non dubita
in cuor suo, ma crede che quel che dice
avverrà, gli sarà concesso. Perciò vi di-
co: Tutte le cose che domanderete pre-
gando, credete di averle già ottenute e le
otterrete.  `
“E quando pregate, se avete qualco-
sa contro qualcuno, perdonate, perché an-
che il Padre vostro che è nei cieli vi per-
doni le vostre colpe ››.  (Ché se voi non
perdonate, nemmeno il Padre vostro che
è nei cieli perdonerà a voi i vostri pec-
cati).

« In forza di quale autorità fai ciò? ››
Mt 21, 23-27. Mc 11, 27-33. Lc 20, 1-8.
 * Giunsero poi di nuovo a Gerusalem-
me. Mentre passeggiava nel tempio, i capi
dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani gli si
avvicinarono "e gli chiesero: « Con qua-
le autorità fai tutte queste cose? Chi ti
ha dato l'autorità di farle? ››. Gesù ri-
spose loro: « Io pure voglio farvi una do-
manda: rispondetemi, e io pure vi dirò
con quale autorità faccio queste cose.
Il battesimo di Giovanni veniva dal
cielo o dagli uomini?” Rispondetemi ››.
“Ma essi ragionavano tra di loro: Se ri-
spondiamo: dal cielo, dirà: “perché dun-
que non gli avete creduto?” “Ma se di-
ciamo: dagli uomini? Essi temevano il po-
polo, perché tutti ritenevano Giovanni un
vero profeta.  Risposero dunque a Gesù:
«Noi non lo sappiamo ››. E Gesù disse
loro: « E neppure io dico a voi con quale
autorità faccio queste cose ››.

La parabola dei due figli mandati a lavo-
rare
Mt 21, 28-32.
 * Che ve ne pare di questo? Un uomo
aveva due figli, e rivoltosi al primo disse:
Figlio mio, va' oggi a lavorare nella vì-
gna. Quello rispose: “Ci andrò, signo-
re, ma non vi andò. Rivoltosi poi al
secondo, ordinò lo stesso. E quello rispo-
se: No, io non voglio andarci, ma poi,
pentitosi, vi andò.  Quale dei due fece la
volontà del padre? ››. Dicono: « L'ultimo ››.
E Gesù: « In verità vi dico che i pubbli-
cani e le meretrici vi precedono nel re-
gno di Dio.  Perché Giovanni venne a
voi nella via della giustizia, e voi non gli
avete creduto, ma i pubblicani e le mere-
trici gli hanno creduto. E voi, çhe avete
veduto questo, neppure dopo vi siete pen-
titi e avete creduto in lui ››.

La parabola dei vignaioli omicidi
Mt 21, 35-46. Mc 12, 1-12. Lc 20, 9-19.
* Ascoltate un' altra parabola. C' era
un padrone, il quale piantò una vigna, la
cinse di siepe, vi scavò un frantoio, vi
costruì una torre poi l'affittò a Vignaioli
e partì per un viaggio.  Al tempo del rac-
colto mandò i suoi servi dai vignaioli per
ritirare i suoi frutti. Ma i vignaioli af-
ferrarono quei servi, uno lo bastonarono,
un altro lo uccisero e il terzo lo lapidaro-
no.  Ed egli mandò ancora altri servi,
in numero maggiore dei primi, ma i vi-
gnaioli fecero altrettanto anche con que-
sti.  Alla fine quel Padrone mandò loro
il suo figliolo, pensando: “Avranno rispet-
to di mio figlio. Ma i Vignaioli, veduto
il figlio, _si dissero tra loro: “Ecco l'erede,
venite, uccidiamolo e impossessiamoci
della sua eredità. Lo presero, lo getta-
rono fuori dalla vigna e l'uccisero››.
« Ora, quando verrà il padrone della vi-
gna, che farà a quei vignaioli?». Gli
dicono: « Farà perire miseramente quegli
scellerati, e affitterà la vigna ad altri vi-
gnaioli, i quali gli renderanno i frutti alle
loro stagioni». Disse loro Gesù: « Non
avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che scartarono i costruttori
è divenuta pietra angolare;
questo è avvenuto per opera del Signore
ed è mirabile agli occhi nostri?”.
Perciò vi dico che il Regno di Dio sarà
tolto a voi e sarà dato a un popolo che
lo farà fruttificare. E chi cadrà su que-
sta pietra sara sfracellato, ed essa strito-
lerà colui sul quale cadrà». “I capi dei
sacerdoti e i farisei, udite tali parabole,
capirono che egli parlava di loro. “E
cercavano di catturarlo, ma avevano pau-
ra del popolo che lo riteneva un profeta.

La parabola del pranzo di nozze
Mt 22, 1-14.
* Gesù riprese a parlare alla gente in
parabole: «Il Regno dei cieli è simile
a un re, il quale fece la festa per le nozze
di suo figlio. “E mandò i suoi servi a
chiamare gli invitati alle nozze, ma .essi
non vollero venire. Di nuovo inviò altri
servi per dire agli invitati: “Ho preparato
il mio pranzo; i miei buoi e gli animali
ingrassati sono stati uccisi, tutto è pron-
to: venite alle nozze. Ma quelli non cu-
randosene se ne andarono: chi al proprio
campo, chi al proprio commercio; gli
altri poi presero i servi, li maltrattarono
e li uccisero. Allora il re si adirò e, spe-
dite le sue milizie, fece sterminare quegli
omicidi e incendiare la loro città. Quindi
disse ai suoi servi: “Il banchetto è pron-
to, ma gli invitati non ne erano degni.
Andate dunque ai crocicchi delle strade,
e chiamate alle nozze quanti trovate.  I
servi uscirono per le strade e raccolsero
quanti trovarono, cattivi e buoni? e la
sala delle nozze si riempì di convitati.
Entrato il re a vedere i convitati, notò
un uomo che non indossava l'abito di noz-
ze. Egli disse: “Amico come sei entra-
to qui senza l'abito di nozze?. Quello
tacque. Allora il re ordinò ai servi: “Le-
gategli piedi e mani e gettatelo fuori, nel-
le tenebre: là sarà pianto e stridor di den-
ti. Perché molti sono chiamati, ma po-
Chi eletti».

« Date a Cesare quel che è di Cesare e a
Dio quel che è di Dio»
Mt 22, 15-27. Mc 12, 13-17. Lc 20, 20-26.
 * Allora i farisei si ritirarono e tennero
consiglio per coglierlo in fallo nei suoi
discorsi. Gli mandarono i loro discepoli
e gli erodiani a dirgli: « Maestro, noi sap-
piamo che tu sei sincero e insegni la via
di Dio con franchezza, e non fai parzia-
lità con nessuno, perché non guardi alla
condizione degli uomini. "Dicci dunque,
che ne pensi? È lecito pagare il tributo
a Cesare o no? ››. Gesù, conosciuta la
loro malizia, disse: « Perché mi insidiate,
ipocriti?  Mostratemi la moneta del tri-
buto ››. Gli presentarono un denaro. Egli
chiese loro: « Di chi è quest'effige e l'i-
scrizione?». “Gli dicono: « Di Cesare ››.
Allora rispose: «Rendete dunque a Cesa-
re quello che è di Cesare e a Dio quello
che è di Dio ››.  Stupiti a queste parole,
essi lo lasciarono e se n'andarono via.

Gesù spiega come saremo dopo la risur-
rezione
Mt 22, 23-33.. Mc 12, 18-27. Lc 20, 27-40.
 * In quello stesso giorno vennero da lui
dei sadducei, i quali negano la risurre-
zione, e lo interrogarono  dicendo: «Mae-
stro, Mosè ha detto: “Se uno muore sen-
za figli, suo fratello ne sposi la vedova
e così susciti una posterità a suo fratel-
lo. Ora c'erano tra noi sette fratelli.
Il primo che aveva preso moglie morì, e
non avendo figli, lasciò la moglie al fra-
tello. “Lo stesso fece il secondo, e poi
il terzo, e così fino al settimo. Infine,
dopo tutti, morì la donna.  Nella risur-
rezione dunque di chi dei sette essa sarà
moglie? Poiché tutti l'ebbero in moglie».
Rispose Gesù: « Voi vi sbagliate perché
non conoscete né le Scritture, né la po-
tenza di Dio.  Nella risurrezione infatti
i risorti né prendono moglie, né si mari-
tano, ma sono come angeli di Dio nel cie-
lo. “Quanto poi alla risurrezione dei
morti, non avete letto la parola di Dio
che disse: Io sono il Dio di Abramo, il
Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe?” Non
è dunque un Dio di morti ma di viventi ».
Il popolo, udendolo, si meravigliava
molto della sua dottrina.

Gesù insegna il comandamento più grande
Mt 22, 34-40. Mc 12, 28-34.
 * Allora uno scriba che li aveva ascol-
tati discutere, vedendo che Gesù aveva
risposto bene, lo interrogò: « Qual è il
comandamento primo fra tutti? ››.  Gesù
rispose: « Il primo è: “Ascolta, Israele!
Il Signore Dio nostro è l'unico Signore;
amerai dunque il Signore Dio tuo con
tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua,
con tutta la tua mente e con tutta la tua
forza. “Il secondo è questo: “Amerai
il prossimo tuo come te stesso. Mag-
giore di questi altro comandamento non
c'è››. “E lo scriba: «Hai detto bene,
Maestro, e con verità: che Dio è unico e
fuori di lui non ve n'è alcun altro;  a-
marlo con tutto il cuore, con tutto l'intel-
letto e con tutta la forza, e amare il pros-
simo come sé stesso e' assai piu di tutti
gli olocausti e le offerte ››. Gesù, veden-
do che egli aveva risposto assennatamen-
te, gli disse: « Tu non sei lontano dal Re-
gno di Dio ››. E dopo questo nessuno ar-
diva più interrogarlo.

Il Cristo è signore di Davide
Mt 22, 41-46. Mc 12, 35-37. Lc 20, 41-44.
 * Mentre i farisei erano ancora radu-
nati, Gesù li interrogò,  dicendo: « Che
cosa pensate del Messia? Di chi deve es-
sere figlio? ››. Gli dicono: « Di Davide».
Riprese: « Come dunque Davide ispira-
to lo chiama Signore, quando dice:
““ Il Signore disse al mio Signore:
Siedi alla _mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi?”.
Se dunque Davide lo chiama Signore,
come può questi essergli figlio? ››. Nes-
suno seppe rispondergli, e da quel giorno
nessuno osò più interrogarlo.

Gesù stigmatizza la condotta degli scribi
e dei farisei
Mt 23, 1-12. Mc 12, 38. Lc 20, 45-47.
 * Allora Gesù parlò alle turbe e ai suoi
discepoli dicendo « Sulla cattedra di
Mosè si sono insediati gli scribi e i fari-
sei. Fate dunque tutte le cose che vi
dicono, ma non imitate le loro opere,
perché essi dicono e non fanno. Legano
insieme pesi gravi e difficili a portarsi
e ne caricano le spalle degli altri uomini,
ma essi non li vogliono toccare neppure
con un dito. Fanno tutte le loro opere
per essere ammirati dagli uomini; porta-
no filatterie molto larghe e lunghe fran-
ge; amano i primi posti nei conviti e i
primi seggi nelle sinagoghe "e le riveren-
ze nelle piazze e l'essere chiamati Mae-
stri dagli uomini. “Ma voi non fatevi
chiamare Maestri, perché uno solo è il
vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli.
“E nessuno chiamate sulla terra vostro
padre, perché uno solo è il Padre vostro,
quello che sta nei cieli. E non vi fate
chiamare precettori, perché uno solo è
il vostro precettore, il Cristo. “Il mag-
giore tra voi, sia vostro servo. Perché
chiunque s'innalza sarà umiliato e chi
s'umilia sarà innalzato ».

« Guai a voi ipocriti! »
Mt 23, 13-33. Mc 12. 38-40. Lc 20, -45-47.
 * Ma guai a voi, scribi e farisei ipo-
criti, che chiudete il Regno dei cieli in
faccia agli uomini e così non entrate, né
lasciate entrare quelli che vorrebbero.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che andate faticando per mare e per ter-
ra, pur di fare un solo proselito, e fattolo,
lo renderete meritevole della Geenna due
volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche che dite:
“Chi giura per il tempio, il suo giura-
mento non lo obbliga; ma se giura per
l'oro del tempio, allora è obbligato”.
"Stolti e ciechi! Che cosa vale di più:
l'oro oppure il tempio che rende sacro
l'oro.  E dite ancora: “Chi giura per l'al-
tare, per nulla giura; ma chi giura per
il dono che sta sopra l'altare, è obbliga-
to. Ciechi! Che cosa vale di più: il
dono oppure l'altare che rende sacro il
dono? Chi dunque giura per l'altare,
giura per l'altare e per tutte le cose che
vi stanno sopra; e chi giura per il tem-
pio giura per il tempio e per chi l'abita;
chi giura per il cielo, giura per il trono
di Dio e per chi vi è assiso.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
perché pagate la decima della menta e
del finocchio e del comino, e trascu.-
rate le cose più gravi della Legge: la giu-
stizia, la misericordia e la sincerità. Que-
ste cose bisognava fare e quelle non tra-
lasciare. Guide cieche, che filtrate il
moscerino e inghiottite il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
perché mondate l'esterno della coppa e
del piatto mentre l'interno è pieno di ra-
pina e di intemperanza. Fariseo cieco!
monda prima l'interno della coppa e an-
che l'esterno diventerà pulito.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che rassomigliate a sepolcri imbiancati, i
quali al di fuori appaiono splendidi e
dentro sono pieni di ossa di morti e d'o-
gni immondezza. Così anche voi all'e-
sterno volete apparire giusti agli occhi
degli uomini, ma dentro siete colmi d'ipo-
crisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti,
che costruite i sepolcri ai profeti e abbel-
lite le tombe dei giusti, e dite: “Se
fossimo vissuti ai giorni dei nostri padri,
non saremmo stati loro complici nel ver-
sare il sangue dei profeti. “Così voi
testimoniate contro voi stessi che siete fi-
gli di quelli che uccisero i profeti.  Voi
colmate la misura dei padri vostri.  Ser-
penti, razza di vipere, come potete sfug-
gire alla condanna della Geenna? ››.

Gesù si duole per il rifiuto di Gerusa-
lemme
Mt 23, 37-39. Lc 13, 34-35.
 * Gerusalemme, Gerusalemme, che uc-
cidi i profeti e lapidi quelli che ti sono
mandati, quante volte io ho voluto radu-
nare i tuo figli come la gallina raduna i
suoi pulcini sotto le sue ali, e voi non
avete voluto!  Ecco la vostra casa vi sa-
rà lasciata deserta.  Perciò vi dico: d'o-
ra in poi non mi vedrete fino a che non
diciate: “Benedetto colui che viene nel
nome del Signorel” ››.

Gesù esalta l'obolo della vedova
Mc 12, 41-44. Lc 21, l-4.
 * E sedutosi davanti al Tesoro,osser-
vava la gente che vi gettava del denaro.
E molti ricchi ne gettavono assai. Ve-
nuta una povera vedova, vi getto due spi-
ccioli,cioè un quadrante. Gesù, chiamati 
a sé i suoi discepoli, disse loro: « In ve-
rità vi dico che questa povera vedova ha
dato più di tutti quelli che mettono of-
ferte nel Tesoro; perché tutti hanno da-
to del loro superfluo, ma costei, nella sua
povertà, ha donato tutto ciò che posse-
deva, tutto ciò che aveva per vivere! ››.

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