Chi sa! ---- le angosce di questa vita

Chi sa, forse
un giorno Dio avrà pietà di me, e mi libererà
dalle pene. No, il peccatore si vedrà sempre
scritta in faccia la sentenza della sua 
pena eterna e dirà: dunque tutte 'queste pene
che ora patisco, questo fuoco, questa malinco-
nia, questo grido, non hanno da finire per me?
No, gli sarà risposto; mai, mai, mai. E quanto
tempo dureranno? sempre, sempre. Oh mai!
Oh sempre! Oh eternità! Oh inferno! come
mai gli uomini ti credono e peccano, e segui-
tano a vivere in peccato!
Fratello mio, sta attento, pensa che per
te ancora sta preparato la pena, se pecchi.
già arde sotto i tuoi piedi questa orrenda 
pena, ed a quest'ora che leggi, quante anime
vi stanno cadendo! Pensa, che se ci arrivi a
cadere una volta, non potrai uscirne mai più.
E se qualche volta hai già meritato la pena ,
ringrazia Dio che non vi ti ha mandato e pre-
sto togliti dal pericolo: piangi i tuoi peccati
e piglia i mezzi più atti che puoi per salvarti.

'eternità e le angosce dl questa vita-
Il fedele.
- O dimora beatissima dell'eternità
 o luminosissímo giorno della
eternità mai oscurato dalla notte e 
sempre irradiato dalla somma verità; o 
giorno sempre lieto, sempre tranquillo, non
più soggetto a improvvisi mutamenti.
 Oh, magari albeggiasse quel
giorno e tramontassero tutte queste 
preoccupazioni materiali! Risplende infatti
quel giorno di una perpetua e splendida
luce per i Santi; ma per quelli che sono
esuli ancora sulla terra non si mostra se
non da lontano e come attraverso uno
specchio.
- Solo i cittadini del cielo conosco-
no quanto siano gaudiosi quei giorni eter-
ni, mentre gli esuli figlí di Eva sospi-
rano perche' questo giorno mortale è a-
maro e doloroso.
Infatti i giorni del tempo attuale so-
no pochi e cattivi, pieni di dolori, e di
angosce. Qui infatti ci si macchia di mol-
ti peccati, si è irritati da molte passioni,
si è angosciati da molto terrore, si è in-
fastiditi da molte preoccupazioni, si è
distratti da molte curiosità, si è impiglia~
ti da molte vanità, si è accerchiati da
molti errori, logorati da molte fatiche,
schiacciati dalle tentazioni, snervati dai
piaceri materiali, tormentati dalle neces-
sità.

- Oh, quando verrà la fine di questi
mali? Quando sarò liberato dalla triste
schiavitù dei vizi? Quando mi ricorderò,
0 Signore, solamente di te? Quando mi
rallegrerò pienamente di te? Quando vi-
vrò in una piena libertà senza nessun le-
game e senza nessun peso di mente e di
corpo? Quando vi sarà una pace solida,
incrollabile e sicura, una pace interna ed
esterna, una pace ben fondata da ogni
parte? O buon Gesù, quando potrò sta-
re a guardarti? Quando contemplerò la
gloria del tuo regno? Quando sarai per
me tutto in tutte le cose?
Quando vivrò con te, nel tuo regno,
che tu hai preparato ai tuoi cari fin dal~
leternità? (Mt 25, 34).
E invece sono ancora qui abbandona~
to, povero ed esule in terra nemica do-
ve le lotte sono íncessanti e le sventure
grandissime.

- Consola il mio esilio, mitiga il
mio dolore perché ogni mia aspirazione
sospira verso di te; tutto mi è di peso
ciò che il mondo offre come sollievo. Io
desidero di godere intimamente te, ma
non posso raggíungerti.
Bramo di congiungermi alle cose ce-
lesti, ma i beni materiali e le passioni
non domate mi opprimono. Con la men-
te voglio soprastare a tutte le cose create,
ma dalla carne sono costretto a sottosta-
re loro anche mio malgrado.
Così io, persona infelice, combatto con
me stesso e sono diventato a me stesso
odioso perché il mio spirito cerca di an-
dare in alto ma la carne mi attira in
basso.
- Oh, quanto soffro dentro di me
quando sto meditando celesti argomenti
e all'improvviso, mentre prego, una tur-
ba di pensieri cattivi mi viene addosso!
-Oh mio Dio non star lontano da me!
(Sal 71, 12). Non rigettare sdegnoso il
tuo servo (Sal 27. 9).
Scaglia le tue folgori e sperdile, scoc-
ca le tue saette e sgomentale (Sal 144, 6),
le suggestioni del nemico! Raccogli i miei
sensi concentrandoli in te; fa' che mi
dimentichi di tutti i beni mondani, con-
cedimi che io possa subito gettare a ter-
ra e calpestare le attrazioni dei vizi. Soc-
corrimi, o eterna Verità, affinché non mi
attiri nessuna vanità. Vienimí vicino, o
celeste soavità, e fugga al tuo cospetto
ogni impurità.
Perdonami, sii indulgente, mi-
sericordiosamenre, ogni volta che, men-
tre prego, penso a qualcos'altro invece
di te.

Difatti confesso sinceramente che sono
solito essere molto distratto, tanto che;
molte volte, non sono col pensiero là dove
sto o siedo col corpo, ma sono piutto-
sto là dove mi portano le mie distruzio-
ni. Sì, io sono là dove è il mio pensie-
ro e il mio pensiero spesso è là dove 
ciò che amo; mi viene spesso, davanti
alla mente ciò che mi piace naturalmente
o mi è gradino per esperienza.
- Per questo tu, o Verità hai detto
chiaramente: Là dov'è il tuo tesoro, vi
sarà pure il tuo cuore (Mt 6, 21).

Se preferisco il cielo, volentieri i miei
pensieri si aggirano sulle cose celesti; se
invece amo il mondo, godo dei piaceri
del mondo e mi rattristo delle sue av-
versità. Se preferisco la carne spesso m'im-
magino ciò che riguarda la carne; se amo
lo spirito mi compiaccio di meditare in-
torno a soggetti spirituali. Insomma io
parlo e ascolto volentieri tutto ciò che si
riferisce a quello che preferisco e tratten-
go con me come un dono le immagini di
tali cose. Ma beata quella persona che per
amor tuo, o Signore, si è separato da
tutte le creature; quella persona che fa vio-
lenza alla natura e crocifigge col fervore
dello spirito i piaceri della terra in
modo da offrirti una preghiera pura con
una coscienza rasserenata e in modo da
diventar degno di partecipare ai cori an-
gelici dopo di aver cacciato via tutte le
cose terrene esterne e interne.

Riflessione
Soltanto lo Spirito di Dio poteva suggerire
così vivi ritratti della vita eterna e della vita
temporale; e fare un paragone così «giusto tra
i beni infiniti della vita futura e le miserie in-
numerevoli della vita presente. Perché dunque
ne restiamo cosi poco commossi? Perché se da
principio rimane qualche impressione, ben presto
si dilegua? Perche' abbiamo tanto orrore per i pa-
timenti e lc umiliazioni, alle quali deve seguire
una felicità eterna, una gloria incomprensibile?
Perché questa felicità e questa gloria futura non
sono l'unico oggetto dei nostri desideri? Tutto
deriva dalla nostra fede moribonda o inferma,
dalla nostra speranza vacillante e debole, e dalla
nostra carità spenta del tutto o ben poca accesa.

Preghiera
O splendore e bellezza del paradiso, tu sei
l`oggetto dell'amore mio! A Te, casa ammirabile,
ove risiede la gloria del mio Signore. che ti
edificò e ti possiede, sono diretti tutti i miei
sospiri in questo misero pellegrinaggio. Ti pre-
go dunque, o mio Dio, a volermi ammettere in
questa tua abitazione e possedermi in essa, poi-
ché anch`io sono opera delle tue mani. E' vero
che qual pecorella smarrita via dal retto cam-
mino; ma tu, o divino architetto, che sai eri-
gere un edificio così bello, sei anche il mio buon
pastore, e spero vorrai cercarmi e portami sulle
tue spalle ed introdurmi nei tuoi eterni taber-
nacoli (S, Agostino, Conf.. Xll. 7).

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