Dio è amore

 Figlio, pensa come la morte è un mo-
mento dal quale dipende l'eternità. Giace l'uo-
mo già vicino a morire, e per conseguenza vi-
cino ad una delle due eternità, e questa sorte
sta attaccata a quest'ultima chiusa di bocca,
dopo la quale in un punto si trova l'anima o
salva o dannata per sempre. Oh punto! oh
chiusa di bocca! Oh momento! donde dipende
un'eternità. Una eternità o di gloria o di pene,
un'eternità o sempre felice o sempre infelice,
o di contenti o d'affanni. Un'eternità, o di pa-
radiso o d' inferno. Vale a dire, se in quel mo-
mento ti salvi, non avrai più guai, sarai sem-
pre contento e beato; ma se ti perdi e ti danni,
sarai sempre afflitto e disperato, finchè Dio
sarà Dio. In morte conoscerai che vuol dire
paradiso, inferno, peccato mortale, Dio offeso,
legge di Dio disprezzata, peccati lasciati in
sospeso, la pace non restituita. Misero me,
dirà il moribondo. da qui a pochi minuti ho da
comparire  innanzi a Dio. E chi sa quale senten-
za mi toccherà. Dove andrò? al paradiso o al-
la pena? a godere fra gli Angeli o ad ar-
dere nella pena? Sarò figlio di Dio, o schiavo
del male? Fra poco, ohimè, lo saprò e dove
alloggerò la prima volta, ivi resterò in eterno?.
Ah! fra poche ore, fra pochi momenti che ne
sarà di me? se non risarcisco quello scandalo?
se non restituisco la pace, quella fama, se
non perdono di cuore al nemico, se non mi
pento  bene? Allora detesterai mille volte
quel giorno che peccasti, quel diletto, quella
vendetta che ti prendesti, ma troppo tardi e
senza frutto, perchè lo farai per timor
del castigo, senza amore di Dio. Ah! Signore,
ecco che da questo punto io mi converto a Voi:
no, che non voglio aspettare la morte; .da ora
io vi amo, vi abbraccio, e vogllo morire ab-
bracciato con Voi. Madre mia.

Pensa come il Redentore andava
sempre in cerca dei  pøveri peccatori per con-
vertirli e salvarli. Quel Dio di ínfinita bontà,
si protesta che era venuto al monclo per sal-
vare i peccatori e quanti rícorsero alla sua
bontà?, a tutti perdonò e a nessuno non rinfac-
cíò mai le colpe. Se un pastore ha cento peco-
relle, dice il Signore, e ne perde una, lascia le
novantanove nel deserto e cammina per le sel-
ve e pei boschi in cerca della pecorella smar-
rita; la trova, se la pone tutto allegro sulle
spalle, va in casa, chiama gli amici e i vicini,
e dice: Rallegrateví con me, che ho ritrovata la
mia cara  pecorella (Luc., 15, 6). O
peccatore torna pentito al tuo Salvatore, al tuo
Dio; torna, figlio, al padre tuo  che desidera
perdonarti, e' da tanti anni che ti viene appresso,
 e ti unvita all'amore, e ti chiama al suo amo-
re: non fare il sordo, torna al pastore dell'a-
nima tua. O mio Gesù, vita mia! Voi avete
amato me, anche quando fuggìvo da Voi, e non
vi siete dimenticato di me, che mi ero scor-
dato di Voi! Vi ringrazio.


La ricchezza è l'amore che Dio ti porta
nell'esempio del figliuol prodigo il quale si pren-
de la porzione dei suoi beni,  parte dalla casa
del suo buon padre, si dà in preda alle disso-
lutezze, dissipa le ricchezze, e non avendo più
come vivere, si mette a guardare i porci nem-
meno sazíandosí delle ghiande che quelli man-
giavano. Fra tante miserie viene in sè, risolve
di tornare in casa di suo padre, si incammina.
Il padre lo vede, e lo riconosce anche da lon-
tano quantunque lacero e sparuto: se ne muo-
ve a pietà, piange per tenerezza, gli corre in-
contro, lo stringe al petto, lo bacia, lo _copre
con le_sue vesti, lo porta a casa, e dice ai ser-
vi presto,_ prendete l'abito più prezioso e
vestite il mio caro figlio, ponete al suo dito
l'anello, calzatelo, preparate un sontuoso ban-
chetto, uccíclete un vitello più grasso, ordina-
te una piacevole musica, chiamate i parenti,
ivitate  gli amici, perchè questo mio diletto
figlio era morto e l' ho ritrovato (Luc., 15, 22-24;› 
Eccoti raffìgurato in questo figlio prodigo. 
Così facesti tu quando col peccato voltasti 
le spalle al tuo caro Padre celeste per 
secondare le tue passioni. Via, su, che
fai? Perchè umiliato e contrito non torni con
speranza e con tutto l' amore fra le braccia del
tuo Signore? Ah mio amatissimo Padre, ho
fatto male ad abbandonarvi; me ne dispiace;
torno alla vostra bontà; accoglietemi per vo- 
stra misericordia, ricordatevi che mi siete pa-
dre; propongo di non offenderti mai più da Voi
Voglio vivere da vostro buon figlío.





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