Il ritorno



Pur essendovi un certo lasso di tempo ƒra la prima e la seconda ve-
nuta di Cristo, ormai il tempo non conta più. A dir vero, attual-
mente esso non va più verso la fine; la affianca continuamente. Cri-
sto lo ripete: egli è vicino oggi esattamente come venti secoli 
fa e non è meno vicino dell'ora del suo ritorno.

Fa', Signore, che un uomo sia santo e grande
e donagli una notte profonda, infinita,
nella quale andrà più lontano di quanto non si sia mai stati;
donagli una notte nella quale tutto si schiuda,
e che questa notte sia odorosa come i glicini,
e leggera come il soffio dei venti,
e gioiosa come Lui.
Dona all'uomo una notte che permetta
di ricevere ciò che mai ancora
ha raggiunto profondità umane;
dona una notte nella quale tutto fiorisca
e rendilo odoroso più del lillà,
cullante più del volo dei tuoi venti,
più gioiosa di Lui.
Dona a quest'uomo una lunga maturazione,
fallo crescere in abiti sempre più ampi
e donagli la solitudine di una stella
perché nessun sguardo stupito lo oltraggi 
quando i suoi tratti, fondendosi, muteranno. 
Confortalo con puro alimento,
non rugiada, non con carne uccisa,
con questa vita che, leggera come una preghiera
e calda come un respiro, sale dai campi.
Fa ` che ritrovi la sua infanzia,
l'inconscio e le meraviglie
e i racconti carichi di ricchezze oscure
dei primi anni quando i pensieri si vegliano.
Chiedigli allora di attendere l'ora
in cui egli partorirà la Morte, la sovrana:
solitarie e mormoranti come un parco,
come qualcuno che è maturato lontano.

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