riflessione

 


RIFLESSIONE

Che cos'è la terra? 

Un luogo d'esilio, una valle di lacrime, come la chiama la Chiesa.

I'uomo vi cerca nelle tenebre la verità che è la vita dell'intelligenza; 

vi cerca, in mezzo a mali senza numero, un bene, non sa quale, immenso,  

eterno che è la vita del suo cuore; e tutto ciò che cerca, gli fugge. 

Il dubbio, l'opinione, l'errore, stancano la sua ragione esaurita, 

ciò che credeva un bene si ricambia in amarezza. 

In fondo a tutto egli trova il vuoto e la noia.

E' solo. 

L'anima sua ricade dolorosamente sopra se stessa; ha bisogno di aiuto 

e guai a lui se ripone la sua fiducia negli altri: uomini! 

Si mascherano per deluderlo: profanano per ingannarlo, il nome di amico,

mentre il labbro sorride, gli tendono insidie nell'ombra, e quando, 

a forza di astuzie, di menzogne e di vili enormita' lo hanno aggrappato 

nelle loro reti, manifestandosi tutto ad un tratto, si scaglìano sopra

di lui e lo divorano, come la iena divora la preda. 

Deplorevole condizione! 

Ma Dio non ha abbandonato la sua povera creatura in questi estremi della miseria. 

Egli la illumina con la sua parola, la sostiene con la sua grazia; 

l'anima la consola con la fede in una vita migliore, con la speranza di possedere, 

dopo questi giorni di prova, il bene infinito che è Egli stesso. 

E questi doni meravigliosi di un amore narrabile, raccolti, concentrati, 

in qualche modo, nella divina Eucaristia, sono offerti ai nostri desideri, 

senza altra misura che questi stessi desideri. 

Tutte le volte che noi ci accostiamo a questo augusto Sacramento, riceviamo

in noi la Speranza, la Luce increata, il Verbo di Dio, la Parola vivente; 

riceviamo l'Autore della grazia, il Consumatore della fede, il pegno immortale 

della nostra speranza. 

La carne crocifissa per noi si incorpora alla nostra carne; il sangue, che ha

salvato il mondo, si unisce al nostro sangue; un santo bacio unisce l'anima nostra

all'anima del Redentore.

La sua divinità ci penetra e consuma in noi tutto ciò che il peccato aveva corrotto; 

l'anima fedele riposa nel nostro seno, ci parla ci dice: 

Mettimi come un suggello sul tuo cuore; giacchè l'amore è gaglìardo come la morte ; 

e allora, accesi di questo amore ardente come il fuoco, non vediamo piú che il

Diletto, non abbiamo più vita che la sua, e la tristezza del nostro pellegrinaggio 

svanisce nelle gioie del paradiso;


Nessun commento:

Posta un commento