La prudenza


La prudenza

Quanto saremmo contenti se potessimo 
avere sempre al nostro fianco un consigliere fidato
che ci facesse sentire la sua voce e i suoi suggerimenti
nelle circostanze più difficili della nostra vita, con la 
piena sicurezza di non sbagliare seguendo il suo indirizzo!
Ebbene, questo consigliere lo alìbiamo, volendo, al
nostro fianco: è la prudenza, la quale ci dice: fate que-
sto, evitate quell°altro, questo sì, questo no, questo
in tal modo e questo in tutt'altro.
La prudenza è una dote preziosissima della nostra
ragione, la quale ha per ufficio di sovrastare col suo il-
luminato comando a tutte le altre facoltà dell°uomo,
e a non lasciarle muovere nè agire se non in quel modo,
in quel tempo, in quella misura che essa permette, in
quanto vede essere utile o necessario raggiungere il fine
supremo della nostra vita.

Quale oggetto più ampio, quale ufficio più nobile
di questo?
La prudenza si può chiamare la direttrice suprema
di casa nell°ordine morale; e sotto lo scettro del suo
comando cadono tutte le altre facoltà operative del-
l"uomo e tutti i loro singoli atti, senza accentuarne 
uno, nei quali, essa è incaricata di porre l'ordìne
nella retta ragione. Essa è detta da San Tomaso << l°oc-
chio dell”anima >>, che vede da lontano, che prevede i
casi incerti e futuri, e in base alle sue vedute
come un timoniere, prende il timone della nave per 
la giusta via che conduce al porto della prudenza.

L'ccellenza perciò di questa virtù ci viene pre-
dicata spesso da Gesù Cristo, il quale nel Vangelo ce la
raccomanda con un°insistenza che ha del singolare.
Egli infatti ci disse ripetutamente: «Siate pru.
denti» . Egli lodò le vergini prudenti che procurarono 
a tempo debito l'olio con cui fornire le lampade sempre 
accese in aspettativa dello lo sposo (Matt. XXV). 
Ci fece -sapere che i figli delle tenebre sono più prudenti 
dei figli della luce (Luc.XVI, 8). E, per lasciare il resto, 
ci predicò la prudenza con l°esempio stesso della sua vita; 
perchè era talmente fornito di tale virtù, da recare 
agli altri il più alto stupore: (Luc. II, 47).

Sull'esempio poi del Maestro, anche gli Apostoli
non hanno tralasciato di parlarne. S. Pietro nella sua
prima lettera ripete le parole identiche di Gesù: State
prudenti (I Petr. IV.7). E S. Paolo vuole questa virtù
in tutti: nei prelati della Chiesa:(I Tim. II, 2); 
la vuole nei vecchi:(Tit. II, 2).; la vuole nelle donne , 
perchè se ne facciano maestre alle giovinette: (Tit. II, 4); 
la vuole in tutte le donne chiamate da Dio a formare una 
famiglia:(Tit. II, 5).

E” superfluo infine ricordare tutto ciò che a pro-
posito della prudenza è detto nei libri dell°Antico Te-
stamento, dove è chiamata cosa più preziosa dell'ar-
gento, è inculcata in varie forme, e più volte si con-
cretano nei fatti le conseguenze disastrose a cui può
condurre la mancanza di essa nelle varie contingenze
della vita.

Non c°è cosa più facile in pratica che mancar di
prudenza, perchè non c'è virtù più -sensibile e più fa-
cile ad essere deviata dal suo giusto equilibrio.
In due modi questo può avvenire: per difetto e
per eccesso.

Si manca per difetto - insegna S. Tomaso --
con la precipitazione, e la non considerazione, non
costanza e negligenza.
La precipitazione ci fa scegliere con troppa fretta
i mezzi necessari pel conseguimento del nostro fine: il
primo che capita è il solo buono... Ciò dipende spesso
da impetuosità di carattere, per cui molte persone sono
di primo impulso e operano così per istinto o per im-
peto di passione, a cui obbediscono ciecamente senza
sapersi padroneggiare mai.
Questa, si capisce, non è prudenza, ossia è pru-
denza sbagliata; perchè la prudenza vera sta nel du-
bitare alquanto, nel saper scegliere tra mezzo e mezzo,
nell°agire con calma, discernimento e dominio di noi
stessi.

La considerazione ci fa operare senza riflessione
alcuna, così. a casaccio, rimettendosi molte volte al caso
o ai suggerimenti dell°amor proprio. In tale difetto ca-
dono per lo più coloro che si fidano troppo di se stessi,
delle proprie vedute, e si credono facilmente infallibili
ed impeccabili.
Anche questa è prudenza falsa, sorgente di non
pochi inganni e tristi conseguenze.

Con l'incostanza e con la negligenza.
Sono due difetti della prudenza che di solito vanno
insieme ei insieme -si sforzano a guastarla e renderla inu-
tile. L°incostanza ci fa troncare la pratica dei mezzi già
scelti con maturo esame per il nostro fine, ossia ci fa
desistere con tutta facilità dal bene intrapreso. E la
negligenza ce lo fa compiere sì, ma forzatamente, con
fiacchezza, con torpore.
Anche questi due difetti intaccano sostanzialmente
la virtù della prudenza, che ne soffre, anzi ne resta
uccisa.
Noi abbiamo bisogno di scegliere la nostra coscienza 
per poter camminare con tutta sicurezza nella via del 
bene conoscere e compiere la divina volontà. 
ln tutto ciò voi non avete usato della vera pru-
denza, ma di una prudenza, perche'  errata.


Si può mancare contro la prudenza per eccesso. 
E ciò avviene - sempre secondo
San Tomaso - in sei modi: con la prudenza della
carne, con l'astuzia, col dolo, con la frode, 
con la troppa sollecitudine delle cose 
temporali e con la preoccupazione eccessiva. 
Esponiamo un po' in particolare anche questi 
mancamenti.

Il primo e più colpevole di tutti è quello che
si chiama la prudenza della carne.
E” questa una prudenza pessima: perchè serve a
regolare le opere della carne, cioè a secondare gli istinti
della corrotta natura. E' la prudenza del dissoluto, che
escogita le arti più sottili per giungere alla conquista
di qualche vittima infelice. E” la prudenza del ladro,
che scruta 'tutti i mezzi, piglia tutte le posizioni. 

Prudenza falsa!
L'Apostolo San Paolo dice che essa è
morte eterna, che e' nemica di Dio: (Rom. VIII, 6).
Vengono poi l'astuzia, il dolo e la frode.

L'astuzia, che cerca tutti gli espedienti oculti
per ingannare il prossimo; il dolo, che li mette in pratica
a parole; la frode propriamente detta, che li traduce in
opere di fatto. 
La Scrittura ha espressioni terribili contro tutte
queste male arti; espressioni che non si limitano a si-
gnificare il male eterno che chiamano dietro a sè, ma
che parlano anche di mali temporali.

ll fraudolento non troverà mai il suo torna-
conto ›(Prov. XII,27).L'uomo della menzogna andrà in rovina ›>: 
(Prov. XIX, 9). << Chi si fa forte di menzogne è come 
colui che sparge il cibo al vento e tenta di acchiappare 
gli uccelli che volano ›>: (Prov. X, 4).
Altro modo di mancare contro la prudenza
per eccesso è la troppa sollecitudine delle cose tempo-
ralì, cioè la cura esagerata di accumulare e conservare
i beni terreni.

Gesù Cristo aveva detto: << Cercate prima il regno
di Dio e la sua giustizia, e il resto verrà da sè >> (Matt.
VI, 33). Con queste parole Egli ha fissato l°ordine ai
nostri desideri ed affetti. Non ci è proibito amare e de-
siderare i beni terreni, ma dobbiamo amarli e deside-
rarlì, subordinatamente ai beni celesti. Capovolgere per-
tanto quest°ordine, darci anima e corpo in cerca di fan-
go trascurando l°oro e le gemme, coiè fare scopo supre-
mo della nostra vita le cose della terra, è peccare evi-
dentemente contro la prudenza cristiana.
E' contro la stessa prudenza infine anche la
preoccupazione eccessiva per l'avvenire.
La previdenza è sempre una ,grande virtù, e solo
pensare all°incerto domani. Abbia-
mo anzi il dovere di pensare al futuro; ma senza ecces-
siva ansìetà, senza perdere la fiducia nella Provvidenza
divina. Una saggia e moderata previdenza ci è suggerita
dallo Spirito Santo, il quale ci manda ad impararla
dalla formica che si prepara nell°estate il cibo per l'in-
verno. Ma la troppa ansia per l'avvenire è condannata
da Gesù Cristo, perchè questa sollecitudine esa-
gerata, ingombrando di molte spine l°anima nostra, vi
soffoca il buon seme che vi ha posto il padre di fami-
glia, cioè dissipa i buoni pensieri, estingue i santi af-
fetti, aliena l'anima dal cielo immergendola tutta nel
fango della terra. -
Anche per questo capo l°eccesso guasta la prudenza
falsificandola completamente e rendendola colpevole di-
nanzi a Dio.
Guardiamo bene dunque di non lasciarci tirare da
tutte queste forme di prudenza erronea, se non voglia-
mo che ci segua la minaccia di Dio: << Guai a voi che
siete sapienti e prudenti secondo il vostro falso modo
di vedere! >>. (Is. V, 21).




Nessun commento:

Posta un commento