La custodia della grazia è l'umiltà
Riconoscere la propria miseria e non perderla mai di
vista; abbandonarsi senza riserva nelle mani di Dio, con fede
viva e con amore obbediente; ecco la
vita di grazia, che trova nell'umiltà il suo
principale fondamento. Chi dice nel fondo della sua
anima: - Io non sono altro che la debolezza,
non cerca di appoggiarsi alle sue forze, e ripone in Gesù
la sua sola speranza.
Egli segue con umiltà i movimenti della grazia, non si
innalza quando possiede il fervore, e non si
scoraggia nelle tribulazioni; sempre contento, purchè si
compia in lui la volontà di Dio. L'orgoglio, che spesso si
nasconde sotto il velo di ciò che è più santo, non lo sconvolge, col vano
desiderio di essere in apparenza più perfetto. Fedele e tranquillo nel suo cammino,
egli dice al Signore: Dammi quella
grazia per raggiungerti , e non mi rigettare dal numero dei tuoi figli, perchè
io sono tuo servo.<< Uomo fiacco e di poca durata, attento ad intendere i
tuoi giudizi e le tue leggi>> Vada in pace colui che sa innalzare, dal
cuore, questa preghiera; Dio lo guarda con compiacenza e lo copre della sua
benedizione.
La famiglia
Scrivila dandole un volto.
Il volto della comunità familiare non è il volto dell'eterno fidanzamento, ma il volto dell'amore concreto, gioviale, ricco di gratuità.
"Nella celebrazione del sacramento del matrimonio Cristo offre un "cuore nuovo": così i coniugi non solo possono superare la "durezza del cuore",
ma anche e soprattutto... partecipare realmente all'indissolubilità irrevocabile che lega Cristo alla Chiesa sua sposa, da Lui amata sino alla fine".
La vita a due anche nella comunità familiare è delicata e difficile: richiede un continuo forte allenamento di amore. Richiede fedeltà e impegno per vincere la propria e altrui durezza di cuore. "Tutti i membri della famiglia, ognuno secondo il proprio dono, hanno la grazia e la responsabilità di costruire, giorno per giorno, la comunione delle persone, facendo della famiglia una scuola di umanità più complessa e più ricca: è quanto avviene con la cura e l'amore verso i piccoli, gli ammalati e gli anziani col servizio reciproco di tutti i giorni, con la condivisione dei beni, delle gioie e delle sofferenze".
Fratello, mettiti in ascolto.
Lascia parlare la tua sposa. Si sentirà ascoltata e solo allora potrà, a sua volta, essere capace di ascoltarti.
È così che si purifica il volto della comunità familiare.
"Famiglia, diventa ciò che sei! Nel disegno di Dio creatore e redentore la famiglia scopre non solo la sua identità, ciò che essa è, ma anche la sua missione, ciò che essa può e deve fare.
Ogni famiglia scopre e trova in se stessa l'appello insopprimibile che definisce a un tempo la sua dignità e la sua responsabilità: famiglia, diventa ciò che sei".
Fratello, avrei molte cose da dirti sul volto familiare.
È un volto tanto caro al mio cuore.
Anch'io ho avuto origine in questo volto.
Quanto vorrei che il volto della tua famiglia fosse come quello che fu dipinto a Nazaret!
Quanto vorrei che il tuo volto fosse motivo di compiacenza per lo Spirito Santo! Ascolta:
Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella di fronte al Signore e agli uomini:
concordia di fratelli, amicizia tra vicini, moglie e marito che vivono in piena armonia.
Fratello, se stai scrivendo questa "parola", persevera, se l'hai dimenticata cancellata, non temere: riprendi ora... non domani... ora!
Riscrivila. Scrivila dandole un "volto".
Scrivila incidendo nel cuore la sinfonia dell'amore e lascia che l'armonia delle note riempia la tua casa di nuova speranza.
"Che bella coppia formano due credenti che condividono la stessa speranza, lo stesso ideale, lo stesso modo di vivere, lo stesso atteggiamento di servizio!
Ambedue fratelli e servi dello stesso Signore, senza divisione nella carne e nello spirito, insieme pregano, insieme s'inginocchiano .
Si istruiscono l'un l'altro, si esortano l'un l'altro, si sostengono a vicenda.
Non c'è pericolo che si nascondano qualcosa l'un l'altro, che si evitino l'un l'altro, che l'un all'altro sia di peso.
Partecipano al sacrificio senza fretta, assolvono ogni giorno i loro impegni senza sosta.
Ignorano i segni di croce furtivi, rendono grazie senza alcuna vergogna, si benedicono senza vergogna nella voce.
Vedendo o sentendo questo Cristo gioisce, e ai due sposi manda la sua pace.
Là dove sono i due, li cè anche Cristo". Fratello, il giorno delle tue nozze la chiesa ha pronunciato su di te le parole sante della benedizione del Signore, perché con la tua sposa diventassi testimonio del suo Vangelo e segno della sua presenza.
Ti auguro che, rileggendole qui, si possa dire anche di voi:
"Dove sono questi due sposi, ivi è anche Cristo".
O Dio, stendi la tua mano sugli sposi.
Fa' che, nel vincolo da te consacrato, condividendo i doni del tuo amore, e diventando l'uno per l'altro segno della tua presenza, siano un cuor solo e un'anima sola.
Con l'affetto e le opere edifichino la loro casa, alla scuola del Vangelo preparino i loro figli a diventare membra della Chiesa.
Ti lodino, Signore, nella gioia, ti cerchino nella sofferenza, godano della tua amicizia nella fatica e del tuo conforto nella necessità, ti preghino , siano testimoni del tuo Vangelo e giungano con i loro figli alla felicità eterna del tuo Regno.
scritto da noi amaria-google+
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